L'Avaro

(c) di KumaPino


C'era una volta un uomo molto ricco: era musulmano, aveva varie mogli, una folla di servi, un palazzo
con portici di marmo e giardini dove l'acqua giocava in cento fontanelle ricadendo in vaschette rivestite
di mosaici d'oro. Era intelligente e tenace nel lavoro, assorbito dall'amministrare i suoi beni. Aveva un
solo ideale: il denaro. "Lavora e diventerai ricco come me" diceva ad ogni mendicante. Proibiva ai
suoi familiari qualsiasi gesto di generosità, adorava riempirsi la pancia e non una mollica lasciava cadere
dalla sua tavola. Ma un giorno, come succede a tutti gli uomini, morì. In attesa del giudizio le anime dei
morti restano chiuse in una stanzetta dalla quale per una finestrella possono volgere lo sguardo verso il paradiso o l'inferno, speranza o terrore. Lì vi trovavano un po' di provviste.
Ma il nostro uomo fu chiuso invece in una cella senza finestre, senza neanche una ciotola d'acqua.
Cominciò a protestare, ma il guardiano gli disse: "Non lo sapevi? Se tu avessi pensato a prepararti qualche provvista quando eri in terra ora la troveresti qui". Il nostro avaro, imbarazzato davanti alla prova evidente della sua negligenza, lo supplicò di ottenergli da Dio il permesso di tornare un mese sulla terra per riparare.
Il guardiano ottenne due mesi di tempo e lo rimandò in terra a patto che non rivelasse a nessuno il privilegio eccezionale. Tornato fra i suoi, che pensarono fosse guarito all'ultimo momento dalla malattia, si diede da
fare per comperare quintali e quintali di farina, olio, miele, mandorle, zucchero… mobilitò tutte le donne
del paese per preparargli biscotti, torte e altre golosità. Assunse un fornaio per cucinargli il suo dolce preferito: piccole ciambelle col buco, tante da farne lunghe collane appese ai muri e alle travi del palazzo. Guardando crescere le provviste egli si fregava le mani pensando che avrebbe avuto da mangiare per un'eternità. Giunse finalmente l'ultimo giorno di licenza, e avvenne che proprio l'ultima infornata di ciambelle col buco, forse per la stanchezza del fornaio, si bruciò. In quel momento un mendicante bussò alla sua porta, e l'avaro questa volta acconsentì a dargli un dolce ma scelse il più bruciato dell'ultima infornata, nero e screpolato come un pezzo di carbone. Dopo poche ore il guardiano lo riportò nella piccola cella d'attesa. L'uomo credeva di trovarvi la montagna di provviste che stavolta si era preparato in terra. Invece no! Con disperata sorpresa non trovò che il dolce bruciato offerto al mendicante. Allora capì ma… era troppo tardi!

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